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Cronaca

Trevi nel Lazio- Mercoledì prossimo la mediazione in Tribunale

Una storia che dal nord Ciociaria in poco tempo è diventata virale e che è stata seguita anche dai media nazionali. Nei giorni scorsi il primo cittadino, Silvio Grazioli, con l’assistente sociale ha fatto loro visita ed hanno potuto constatare lo stato di difficoltà in cui vivono le due donne che da qualche tempo sono diventate tre in quanto con loro vi è anche una signora anziana che è la madre di una delle due.

Nei giorni scorsi il vescovo, monsignor Loppa aveva scritto una lettera con cui chiedeva a Don Pierluigi Nardi, parroco della chiesa di Santa Maria, di chiamare le forze dell’ordine per liberare la sala parrocchiale dove oramai da sei anni vivono senza nessun titolo le due “suore” del sud America, ma ancora non è successo nulla. Le due presunte religiose non ne vogliono sapere di lasciare l’alloggio dove si trovano ben 6 anni e dal mese di luglio scorso sono senza luce ed acqua.

Mercoledì prossimo, il legale della parrocchia, avvocato Carlo Mastromoro, tenterà una mediazione presso il tribunale di Frosinone, ma non è dato sapere se le due suore si presenteranno.

Nel frattempo è stato possibile conoscere interessanti precedenti riguardo queste due donne. Pare infatti che quattordici anni fa siano state protagoniste di un’altra triste storia che si è conclusa con il loro allontanamento e con una causa in tribunale.

Le due “suore” nel 2008 entrarono con l’intenzione di prendere i voti, al monastero “Buon Gesù” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie a Gubbio in Umbria. A causa dei loro comportamenti non confacenti, furono addirittura giudicate dalla Curia come “non adeguate alla vita di clausura”, “non idonee” a intraprendere questa strada e persino considerate “pericolose per la vita religiosa” dal commissario pontificio. A conferma c’è la denuncia, ora archiviata, presentata dalla badessa e da altre due consorelle per cui le due avrebbero instaurato un clima di terrore all’interno del convento.

Si parla addirittura di richieste di massaggi rivolte alle consorelle dopo presunti tormenti causati dal demonio, minacce di morte e addirittura un tentativo di incendio per rendere più “realistica” la persecuzione del maligno. Dopo la “fuga” dal convento eugubino nel 2009 le due finte suore e di un presunto furto di gioielli per un valore di 1 milione di euro, nonché di incontri clandestini all’interno del Monastero. Tutte accuse che, alla fine, risultarono infondate e, pochi anni dopo, archiviate.

 

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