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AttualitàPrimo piano

Odori nauseabondi nelle campagne, la lettera aperta del sindaco di Pastena Arturo Gnesi

Il sindaco di Pastena Arturo Gnesi ha scritto una lettera aperta rivolta ai sindaci dei comuni di
Falvaterra, Pico, San Giovanni Incarico, Pontecorvo, Roccasecca,  Castrocielo, Piedimonte San Germano, Aquino, Colfelice, Ceprano, Arce, Rocca d’Arce e Colle san Magno. La missiva tratta il problema dell’odore nauseabondo che invade l’aria nelle campagne tra San Giovanni Incarico, Colfelice, Roccasecca e Pontecorvo, e per il quale pare non vi sia una soluzione. Riceviamo e pubblichiamo.

Cari colleghi sindaci,
vi scrivo non perché io abbia maggiore autorevolezza o più conoscenze tecniche ma vi scrivo come uomo di strada, come un turista per caso che si ferma al bar e rimane incuriosito da alcuni post che appaiono su Facebook.
Ovviamente non sono queste le vie ufficiali per le comunicazioni importanti ma considerato che sono quelle predilette anche da ministri e sottosegretari, da presidenti e magnati dell’industria, allora è doveroso trovare le risposte ai problemi evidenziati dai semplici cittadini.
Non parlo di Pastena o delle lamentele dei miei cittadini ma della indignazione e della
rassegnazione di quelle persone che ogni giorno denunciano la pestilenza dell’aria che respirano .
Ogni giorno, senza tregua. nelle campagne tra San Giovanni Incarico, Colfelice, Roccasecca e Pontecorvo si spande un olezzo nauseabondo che assedia le case, stringe la gola e deprime l’animo di chi da anni non fa altro che protestare inutilmente per un diritto sparito dalla carta costituzionale delle loro contrade.
Una puzza che non si vede ma si sente, che non parla ma che insidia in maniera subdola la vita quotidiana di donne, bambini, anziani e malati.
Possibile che noi sindaci non possiamo fare nulla?
Possibile che la classe politica non si possa schierare al fianco dei cittadini a tutela della loro dignità e del futuro dei loro figli?
Non parlo per i miei cittadini, in quanto il problema ancora non ci riguarda direttamente, ma parlo a nome di quanti devono subire una vessazione giornaliera e contro la quale non hanno altra scelta che l’incazzatura, solenne e blasfema ma comunque inutile e inefficace.
Non voglio né posso dare consigli, ma è giusto assumere un atteggiamento fatalistico, di impotenza decisionale, di mutismo scientifico o addirittura di compiacimento per le scelte fatte da altri e altrove a scapito della nostra terra?
Il nostro ruolo ci impone di uscire allo scoperto e di parlare chiaro sia per evitare omissioni dolose e sia per dare senso e significato all’impegno politico che per tutti e per sempre è dettato dall’amore per la polis.
Con affetto
Arturo Gnesi

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