
Dopo il blitz a Sora all’alba del 14 settembre, sono iniziati già nella giornata di ieri, gli interrogatori di garanzia degli arrestati nell’operazione Ultima Corsa.
Tra gli indagati alcuni respingono gli addebiti, altri non rispondono.
Sono undici le persone finite in carcere e due ai domiciliari, dopo l’operazione coordinata dalla procura di Cassino su Sora e Isola del Liri e condotta dagli agenti della squadra mobile della questura di Frosinone.
Tra i reati ipotizzati dagli investigatori, diretti dal questore Domenico Condello, ci sono l’associazione a delinquere, lo spaccio di droga, eroina e crack, acquistati tra Scampia e Castel Volturno, e l’usura ai danni di alcuni commercianti, ristoratori e piccoli imprenditori del settore edile.
L’inchiesta, coordinata dalla procura di Cassino, diretta dal procuratore Luciano D’Emmanuele, che fa seguito all’operazione Requiem, mirava a demolire l’organizzazione che avrebbe assunto un ruolo di monopolio sul territorio.
Secondo le indagini degli uomini della squadra mobile, diretta dal commissario capo Flavio Genovesi, il quartier generale del gruppo, composto da quattro famiglie sinti, era in due stalle, poi fatte abbattere in quanto abusive e oggetto di ordinanze di demolizione.
Tutto era scaturito da alcuni video pubblicati sul web dagli stessi indagati, di corse clandestine durante il lockdown del 2020 e, in modo particolare durante la giornata di Pasqua, sulla via principale di Sora.