
Da fortino inespugnabile a tabù da sfatare.
E’ la storia degli ultimi dodici mesi dello stadio Stirpe. Un rendimento interno, segnato inevitabilmente da un fattore determinante: la presenza dei tifosi.
E’ la stessa squadra, lo stesso Frosinone ma i risultati sono clamorosamente opposti.
Da una parte il pre Covid: le vittorie, lo spettacolo e l’urlo della Nord. Dall’altra il post Covid: le sconfitte, il rammarico e una serie di prestazioni incolore, che hanno contraddistinto il finale della scorsa stagione e purtroppo le prime gare di quella attuale.
18 le partite giocate allo Stirpe, tra campionato e Playoff, dal Frosinone dallo scorso ottobre ad oggi.
8 le vittorie conquistate. 7 con lo Stirpe aperto ai tifosi; soltanto una, contro lo Spezia, lo scorso luglio, con le porte chiuse.
Il Frosinone di Alessandro Nesta, nel pre covid e con la spinta dei propri sostenitori, era una macchina quasi perfetta, che viaggiava ad una media punti pari al 2.4 a partita. Da marzo e dalla sfida contro la Cremonese, la prima giocata a porte chiuse, c’è stato il crollo interno dei giallazzurri, battuti da Cittadella, Benevento, Pordenone, Spezia ed Empoli. I pareggi contro Juve Stabia e Pisa hanno leggermente alzato la media punti, che tocca appena lo 0.4 a partita.
La stessa squadra e lo stesso stadio ma un Frosinone dai due volti: invincibile prima, impaurito oggi, quando allo Stirpe mancano i suoi tifosi, in grado spesso di fare la differenza.
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