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AttualitàCronacaPrimo piano

Frosinone, arrestati “insospettabili coniugi” per favoreggiamento della prostituzione

Frosinone, sono stati arrestati oggi una donna, 58 anni, e il marito, 60, per favoreggiamento della prostituzione. I due, residenti a Frosinone, erano incensurati e “insospettabili”: lei docente di Economia in un noto istituto superiore del capoluogo, lui imprenditore nel settore agricolo sempre nel frusinate.

Sfruttavano giovani ragazze straniere mettendo loro a disposizione alcuni appartamenti a Sabaudia e Terracina dove queste si prostituivano pagando 50 o 100 euro al giorno. Il sistema si fondava su strutture ricettive ‘diffuse’, composte da tanti piccoli appartamenti. I locali, invece di essere affittati ai turisti, venivano concessi dai coniugi per l’esercizio di una prostituzione “itinerante”; le giovani ragazze, che si fermavano per pochi giorni in città, si alternavano in modo da attrarre i clienti per la novità della proposta sessuale.

La donna, principale indagata, era diventata un punto di riferimento per centinaia di giovani prostitute che si affidavano a lei per prostituirsi in insospettabili abitazioni tra Sabaudia e Terracina. Le indagini hanno portato al ritrovamento della contabilità del business: all’interno dell’abitazione dei coniugi è stata trovata un’agenda e ulteriori conferme sono arrivate dai rilievi sui telefoni della donna di alcune prostitute. Il favoreggiamento della prostituzione non era occasionale ma abituale e reiterato. La donna inoltre forniva alle ragazze ogni genere di comfort, abitazioni ben attrezzate, tassisti irregolari a disposizione e factotum per ogni tipo di esigenza: le donne non dovevano uscire mai di casa per non destare sospetti.

Tra gli immobili utilizzati vi sono due ville di proprietà dei coniugi, subito sequestrate dalle forze dell’ordine, ma la maggior parte degli introiti proveniva dall’utilizzo di ulteriori villette e appartamenti presi in affitto dagli stessi coniugi e allestiti accuratamente per essere destinati alla prostituzione.

Oltre a loro, è indagata e accusata una terza persona, 65enne originario di Fondi che oltre a fungere da tassista, faceva da palo per allertare le ragazze in caso di irruzioni delle forze dell’ordine.

Da questa mattina, su ordinanza cautelare del giudice Giuseppe Molfese, la donna è detenuta nel carcere di Rebibbia mentre il marito è agli arresti domiciliari.

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