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Coronavirus, lo sfogo del primario Mumoli: tamponi a calciatori e vip, ma non ai medici in prima linea

«Negano i tamponi ai medici in prima linea, anche quelli che si sentono male, ma poi li fanno tranquillamente ai vip, anche senza sintomi: questa è una grave e inaccettabile discriminazione» questo è lo sfogo del primario di Medicina dell’ospedale di Magenta. Uno sfogo che riassume il momento difficile che vivono gli operatori della sanità nel fronteggiare la pandemia. Il primario lombardo denuncia in una lettera al Corriere della Sera, la differenza di trattamento tra personaggi famosi e chi, invece, ogni giorno lavora rischiando di essere contagiato.

«Da settimane, con immenso e costante sforzo di tutti i miei collaboratori, curiamo oltre 130 pazienti affetti da Covid-19: non conosciamo più orari, riposo e recuperi e siamo costantemente esposti ai rischi. Finora sono 2629 i sanitari contagiati e 14 i deceduti, ma non fanno notizia perché “non fanno più rumore del crescere dell’erba”, come scriveva Ungaretti» continua poi scrivendo «Una mia collaboratrice pochi giorni fa si è ammalata, manifestando sintomi e segni tipici della patologia virale; contattati più volte i numeri di emergenza nazionale, le è stato negato il tampone. Invece oggi le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di calciatori, attori e politici cui, a differenza della dottoressa, è stato eseguito il tampone e quindi formulato un corretto programma sanitario di controllo.

(…) Inevitabile il pensiero di chiunque: grande solidarietà con il personale sanitario, striscioni ovunque, slogan buonisti sbandierati da tutti ma di fatto solo discriminazione e ipocrisia. Se si deve scegliere tra un calciatore e un medico non ci sono dubbi e ci sentiamo condannati a sparire sotto quella mascherina che indossiamo ogni giorno con grande fierezza, esercitando un lavoro che mai come ora consideriamo un privilegio”.

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