Usura, intestazione fittizia di beni ed emissione di fatture false: i dettagli dell’operazione “Waterfall”
Nella mattinata di oggi gli agenti della Squadra Mobile della Questura e della Sezione Polizia Postale di Frosinone, congiuntamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, coordinati dai Sostituti Procuratori dr.ssa Maria Pia Ticino e dr. Samuel Amari della locale
Procura della Repubblica, hanno proceduto nelle province di Frosinone, Pescara, Campobasso e
Benevento all’esecuzione dei provvedimenti cautelari disposti dal G.I.P. dr.ssa Ida Logoluso,
consistenti in una misura della custodia cautelare in carcere, sei misure cautelari degli arresti
domiciliari, venticinque misure interdittive del divieto di ricoprire uffici direttivi delle persone
giuridiche per mesi 12, oltre al sequestro preventivo di oltre euro 1.500.000 nei confronti di 31 soggetti coinvolti a vario titolo.
E’ stato possibile ricostruire la struttura dell’organizzazione criminale, composta da un
commercialista ciociaro, imprenditori e legali rappresentanti di società del centro e nord Italia, e varie “teste di legno”, delineando chiaramente i ruoli di ognuno. Agli indagati sono stati contestati i reati di usura, intestazione fittizia di beni, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento delle imposte e dichiarazione fraudolenta.
L’operazione è nata da una serie di segnalazioni dell’Ufficio Antifrode di Poste Italiane che hanno
offerto lo spunto alla Squadra Mobile ed alla Polizia Postale per iniziare un’intensa e complessa
attività investigativa, che ha visto anche la partecipazione della Guardia di Finanza con l’impiego del
Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Frosinone e della Tenenza di Arce, interessati per le
specifiche competenze in materia tributaria, che ha permesso di ricostruire le dinamiche economico-fiscali dell’attività illecita.
L’attenzione degli investigatori è stata rivolta all’analisi del flusso finanziario di due conti correnti
postali che nell’arco di dieci mesi hanno visto una movimentazione di circa due milioni di euro, a
seguito di una serie di bonifici effettuati da numerose società dislocate su tutto il territorio nazionale.
In particolare, gli appartenenti al sodalizio criminale mediante la costituzione di società “cartiere”
create ad hoc, attraverso le quali si producevano fatture false per giustificare le ingenti
movimentazioni di denaro, hanno distratto grosse somme che venivano poi prelevate in contanti
presso alcuni uffici postali delle province di Frosinone e Roma, per poi rientrare nella disponibilità
dei promotori del sodalizio attraverso appositi corrieri.
In questo modo si consentiva alle società reali di stornare dagli utili le somme di denaro corrispondenti
ai pagamenti delle fatture emesse dalla “cartiera” per le prestazioni inesistenti ed evadere così le
imposte relative, oltre a permettere l’alimentazione di fondi neri di denaro liquido, formati dalle
somme restituite a seguito dei bonifici.