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CronacaPrimo piano

Processo Morganti, secondo il legale Pavia si è trattato di linciaggio

Il prossimo venerdì 26 luglio la Corte d’Assise di Frosinone pronuncerà la sentenza nei confronti dei quattro accusati dell’omicidio di Emanuele Morganti. I pubblici ministeri Giuseppe De Falco e Vittorio Misiti avevano chiesto l’ergastolo per Michel Fortuna, accusato di aver colpito a morte Emanuele, 28 anni a Mario Castagnacci, 26 anni a Paolo Palmisani e 24 anni per Franco Castagnacci. Nella giornata di ieri il pm Vittorio Misiti ha risposto alle difese che erano state ascoltate durante la scorsa udienza. I legali di Fortuna, Bruno Giosuè Naso e Christian Alviani, invece, hanno replicato al pm affermando che si tratta di un processo dove non esistono prove certe e di conseguenza dovrebbe subentrare il “ragionevole dubbio”.

Secondo Enrico Pavia, avvocato della parte civile, non si può trasformare il reato di omicidio volontario in rissa aggravata poiché la sera dell’omicidio di Emanuele, il 24 marzo 2017, nessuno dei quattro imputati era stato refertato in ospedale. Dunque secondo il legale si è trattato di linciaggio verso una sola persona.

Sempre secondo Pavia dovrebbe essere rivista anche la posizione di Franco Castagnacci per il quale sono stati chiesti 24 anni di carcere. Sono state infatti riscontrate incongruenze riguardanti l’aver fermato  Gianmarco Ceccani, amico di Emanuele, poiché temeva potesse farsi male scavalcando un muro di cinta. Il muretto, da quanto emerso da un sopralluogo, era troppo basso ed il  ragazzo avrebbe potuto tranquillamente scavalcarlo e soccorrere Emanuele. Invece Castagnacci glielo avrebbe impedito incitando coloro che stavano picchiando Morganti ad ammazzarlo. A verbale sarebbe stata messa la parole “uccidetelo”, pronunciata in dialetto.

M.T.

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