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Primo pianoSport

Perica in campo e Pinamonti in panchina: quella scelta che suona come una bestemmia in chiesa

Non c’era bisogno di aspettare il Mondiale Under 20 per comprendere che Andrea Pinamonti valesse di più di Stipe Perica. Ed è pure altrettanto risaputo che il Frosinone abbia già salutato buona parte della sua permanenza in Serie A fin da quell’inizio di stagione da incubo. Adesso unite i due assiomi ed ecco saltar fuori il più grande peccato mortale commesso da Moreno Longo: preferire Perica a Pinamonti e dare un bel calcio ai sogni di salvezza del Leone.

La storia è ormai nota. Il campionato di Serie A inizia con Ciofani fuori dai giochi per via dell’infortunio della stagione precedente e con Dionisi che si fa male proprio alla vigilia dell’inizio del torneo di A. Come prime punte Longo ha a disposizione, dunque, Perica e Pinamonti. Entrambi, va detto, sono delle scommesse: Perica a causa del suo rendimento non certamente da bomber negli anni passati e Pinamonti per via della sua giovane età e dell’assoluta mancanza di esperienza nel calcio professionistico. Longo si affida ciecamente al primo lasciando in panchina il secondo: nelle prime 7 giornate, Perica gioca titolare in 6 occasioni e Pinamonti una sola volta. Il risultato è che il Frosinone in questo periodo colleziona un pareggio e 6 sconfitte, realizzando un solo gol.

Il tempo, poi, darà torto alle scelte di Longo. Perica esce dai radar e a gennaio viene ceduto, mentre Pinamonti riesce spesso a battere la concorrenza perfino del “totem” Ciofani, arrivando a firmare a fine stagione 5 gol che lo hanno reso il giovane attaccante più interessante della Serie A dopo lo juventino Kean. Un errore di valutazione, quello dell’allenatore, costato carissimo al Leone: non c’è la possibilità di avere la controprova, ma quel Perica in campo con Pinamonti in panchina suona come una bestemmia in chiesa.

Gabriele Margani

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