Il futuro di Baroni vive giorni di incertezza. Il Frosinone potrebbe proseguire con l’allenatore che ha guidato i giallazzurri nella seconda parte di stagione, ma esistono forse le stesse possibilità che le strade si dividano. Insomma, siamo al 50 e 50 per quanto riguarda le percentuali di un prolungamento del matrimonio oppure di un divorzio.
Marco Baroni è il meno colpevole tra tutti gli “attori” del Frosinone andato in scena in questa stagione. E’ sicuramente meno colpevole di colui che lo ha preceduto sulla panchina del Leone, lo è certamente meno della società e lo è anche meno rispetto ai giocatori. Baroni ha fatto quello che ha potuto, con una squadra non certamente plasmata da lui e con dei rinforzi arrivati a metà stagione sui quali – lo ha rivelato il presidente Stirpe – l’allenatore di Firenze non ha aperto bocca. Se l’Armata Brancaleone di inizio stagione si è trasformata in una squadra, pur con degli evidenti limiti tecnici, il merito è soprattutto di Baroni.
Al quale, però, è mancato quell’ulteriore passo in avanti per essere considerato esente da qualsiasi responsabilità. Da un allenatore che nella sua carriera ha schierato le sue squadre praticamente sempre con la difesa a 4 ci si attendeva maggiore coraggio, autorevolezza e indipendenza rispetto alle indicazioni arrivategli circa l’insistere sulla difesa a 3. La sensazione è che Baroni non abbia fatto completamente di testa sua e che anche nelle questioni tattiche la voce della società abbia influito. Non è un caso che da ben due anni e mezzo a questa parte e con addirittura tre allenatori diversi – Marino, Longo e appunto Baroni – si continui a giocare con lo stesso tipo di schema per quanto riguarda la fase difensiva. Insomma, il tecnico toscano è sembrato non del tutto libero di mettere in campo il Frosinone secondo le sue convinzioni. E questa è una nota a suo demerito.
Gabriele Margani
Foto di Federico Casinelli